Ai risparmiatori più attenti non sarà sfuggito: l'Euribor a 1 mese ha rialzato la testa. Il parametro principale per la determinazione delle rate variabili dei mutui è infatti oggi risalito allo 0,466% dallo 0,438% di ieri. Roba di pochi centesimi, d'accordo, ma erano sicuramente mesi che un movimento del genere non si verificava. Qualcuno potrà aver collegato l'aumento alla tensione generata sui mercati dalla notizia delle difficoltà finanziarie di Dubai, ma la spiegazione è probabilmente più semplice ed è da addebitarsi a fattori puramente tecnici.
Molti ricorderanno infatti ciò che avvenne due anni fa proprio alla fine di novembre: allora l'Euribor a 1 mese mise a segno un balzo record passando dal 4,17% al 4,81 per cento. Altri tempi, altre condizioni sul mercato, si dirà. Ma la motivazione è sempre la stessa e ha a che vedere con l'avvicinarsi della fine dell'anno solare. Da oggi infatti gli operatori lavorano con valuta 1 dicembre e questo significa che la scadenza 1 mese va direttamente al 2010. In questo caso le banche che prestano il denaro (l'Euribor è proprio il tasso che misura questo tipo di operazioni) chiedono un adeguamento delle remunerazioni in linea con le scadenze successive (più elevate). La riprova del fatto che si tratti di un effetto meramente tecnico e che il fattore-Dubai sia in fondo secondario è rappresentata dal valore dell'Euribor 3 mesi, rimasto sostanzialmente invariato a quota 0,718%. Quest'ultimo tasso, in realtà, aveva subito un leggero e temporaneo rialzo per lo stesso motivo proprio due mesi fa.
Anche le attese per i prossimi mesi restano sostanzialmente invariate: i tassi impliciti determinati sul valore del future dell'Euribor 3 mesi indicano 0,77% per metà dicembre, 0,89% per marzo 2010, 1,18% per giugno 2010, 1,76% per la fine del prossimo anno e anzi segnano una significativa flessione rispetto a qualche giorno fa sulle scadenze 2011-2012. "I mercati – sottolinea Stefano Pignatelli di Aritma I.F. – hanno rivisto al ribasso le attese a causa di una ripresa economica che potrebbe essere decisamente modesta, anche perché le misure di stimolo saranno necessariamente ridotte per non far esplodere i bilanci pubblici, e di un'inflazione che continuerà a essere tendenzialmente l'ultimo dei problemi". Insomma, la tregua sui mutui a tasso variabile è destinata a proseguire.